Smart city: tecnologie per la sostenibilità

 

Secondo l’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano gli ambiti più in crescita nel 2020, relativi al mercato IoT, sono stati smart agricolture, smart factory, smart logistics e smart city.

Se da un lato la pandemia ha sviluppato un interesse crescente per il tema delle smart city, dall’altro ha inevitabilmente incrementato le incertezze sugli investimenti.

Smart city e IoT: i dati

’Osservatorio ha raccolto una serie di dati estremamente interessanti e significativi, che fotografano in modo preciso e puntuale a che punto è lo sviluppo delle smart city nel nostro Paese.

89%: i Comuni italiani con più di 15 mila abitanti che considerano rilevante il tema delle smart city (+9%), con il 47% che lo ritiene ancora più prioritario dopo l’emergenza rappresentata dalla pandemia.

16%: i Comuni italiani che hanno avviato nuovi progetti non pianificati in precedenza.

37%: i Comuni italiani in cui sono sorte incertezze in merito alle decisioni da prendere.

4%: i Comuni italiani che hanno rallentato progetti già programmati.

59%: i Comuni italiani che hanno attivato almeno un’iniziativa di smart city nel triennio 2018-2020 (nel triennio 2017-2019 la percentuale è stata del 42%).

46%: i progetti analizzati ancora in fase pilota (+15%).

54%: i Comuni italiani che hanno avviato programmi stabili coinvolgendo anche altre municipalità e attori terzi (+8%). Solo l’11% di questi progetti è però coordinato con un gruppo esteso di municipalità, mentre il 35% è realizzato da singoli Comuni.

⭕️ I principali ostacoli nell’avvio di progetti di smart city sono:

  • mancanza di competenze (+7% sul 2019);
  • scarse risorse finanziarie (+8% sul 2019);
  • scarsa capacità di utilizzare i dati (il 65% dei Comuni ha iniziato a raccoglierli, solo il 14% li condivide con altre società pubbliche e private, un terzo non li usa e il 29% non ha intenzione di farlo neanche in futuro);
  • eccesso di burocrazia (per il 30%, -8%);
  • resistenze interne (16%);
  • difficoltà di coordinamento fra Comuni e altri attori (16%).

⭕️ Nella realizzazione dei progetti i Comuni creano collaborazioni con:

  • aziende municipalizzate (35%);
  • forze dell’ordine (32%);
  • università e centri di ricerca (26%).

⭕️ In prospettiva i Comuni si rivolgono soprattutto a:

  • altre municipalità limitrofe (40%);
  • start-up innovative (32%);
  • fornitori di servizi (28%).

La pandemia ha bloccato la crescita dell’IoT (che aveva registrato +24% nel 2019 e +35% nel 2018) anche se il mercato italiano regge con soltanto il 3% di flessione (la media dell’andamento nei principali Paesi occidentali oscilla tra -5% e +8%). Ecco alcuni dati.

93 milioni: le connessioni IoT attive in Italia, di cui 34 milioni di cellulari e 59 milioni relative ad altre tecnologie (tra cui emergono le reti Low Power Wide Area – LPWA).

+4%: la crescita dei servizi legati agli oggetti connessi, per un valore di 2.4 miliardi di euro.

? +8%: la crescita dei progetti di smart city (per un valore di 560 milioni di euro) avviati dai Comuni e tramite collaborazioni fra pubblico e privato.

Investimenti e tecnologie per la smart city

Il concetto di smart city nasce soprattutto per rispondere a due esigenze: la rapida urbanizzazione e la necessità di utilizzare nuove tecnologie, sempre più sofisticate, per migliorare gli stili di vita della popolazione.

Ma è necessario che Amministrazioni, imprenditori e cittadini utilizzino la tecnologia per raggiungere gli obiettivi prefissati, con il più ampio coinvolgimento pubblico possibile.

🔵 Secondo la “Smart Cities Spending Guide” di IDC entro il 2022 la spesa finanziaria annuale dedicata alle iniziative di smart city raggiungerà la cifra di 158 miliardi di dollari.

🔵 È necessario quindi mettere in campo strategie mirate a ottimizzare l’impatto delle iniziative smart, arrivando al contempo a ridurre i costi di installazione e messa in funzione (il cosiddetto deployment), magari utilizzando, dove possibile, le infrastrutture già esistenti.

🔵 I problemi legati alla congestione del traffico ad esempio possono essere ridotti da un efficace abbinamento tra strategie di mobilità e tecnologie smart parking.

Smart parking: presente e futuro

I tre elementi chiave di una smart city sono rappresentati da sensori, connettività e analisi dei dati. L’infrastruttura IoT, il vero e proprio “sistema nervoso” di una città intelligente, ha il compito di riunificarli.

➡️ Un dispositivo IoT è normalmente collegato a una rete locale attraverso una connessione di vario tipo. È necessario in questo caso scegliere il miglior protocollo in grado di adattarsi ad ogni specifica situazione.

➡️ Con l’introduzione del 5G si può beneficiare di elevata velocità, ampiezza di banda estesa (per collegare una maggior numero di dispositivi) e riduzione del tempo di latenza, aprendo così il campo a nuovi orizzonti per i dispositivi smart.

➡️ Molte previsioni indicano che il numero di dispositivi connessi entro la metà di questo decennio sarà compreso tra 20 e 30 miliardi. Ne consegue che l’enorme mole di dati generati e veicolati tramite Internet deve essere elaborata e analizzata per ricavare informazioni utili.

Per creare una pianificazione urbana efficiente quindi è necessario non solo disporre di dati precisi, ma anche effettuare un’analisi approfondita.

 

La gestione di questi dati è essenziale in un sistema di smart parking che permette di individuare i posti liberi e che offre la navigazione guidata agli stessi. Tutte le componenti del sistema devono dialogare in modo estremamente efficiente e preciso per raggiungere i risultati previsti e rendere le nostre città realmente smart.

Fonti: “Automazione Oggi” – Maggio 2021: “City o smart city?” – Antonella Cattaneo – pp. 42-43 | “Smart city: la promessa di stili di vita migliori e più sostenibili” – Mark Patrick – pp. 44/46

 

Smart Parking Systems®

Una soluzione per rendere remunerativa ed efficiente la gestione del parcheggio su strada nelle città.